24/03/12

Anniversario

Lunedì 25 Marzo 2002
Gambellara
Intrappolato nell'auto in fiamme salvato da carabinieri di passaggio
Un ventenne ricoverato sotto choc per le ferite

Gambellara. Ha rischiato di morire bruciato vivo nella sua auto avvolta dalle fiamme. Dopo il violento urto contro la spalletta di cemento di un ponticello, D. M. è rimasto intrappolato nell'abitacolo con le fiamme che l'assediavano. Una scena da ultimo minuto nel cuore della notte. Se il ragazzo di Gambellara può raccontare la sua disavventura, sebbene i momenti più drammatici siano cancellati dal filmato della memoria, lo deve a due giovani carabinieri di San Giovanni Lupatoto che sono transitati pochi attimi dopo la violentissima collisione. Sono stati loro, mentre alcuni abitanti accorrevano dopo essere stati buttati giù dal letto dal botto, a farsi in quattro e ad evitare che D. M., 20 anni, G., Via D. J. 30, finisse bruciato. Quei due militari sono stati i suoi eroi. Deve loro la vita. «In effetti se non ci fossero stati loro - raccontava ieri mattina uno dei primi soccorritori - quel poveretto non l'avrebbe salvato nessuno, perché è stata veramente questione di pochi secondi. Quindi il fuoco ha completamente distrutto la vettura. Terribile».
Sono le 4.35 quando arriva la prima telefonata al centralino del 115 di Lonigo. «Accorrete - chiede concitata una voce maschile - c'è un'automobile in fiamme con un ragazzo dentro. Siamo in via Cavour a Gambellara, fate presto perché altrimenti succede una disgrazia».
Poco prima M. al volante di una Volkwagen Polo si stava dirigendo verso casa. Dopo avere trascorso la serata in allegria, aveva salutato gli amici e non immaginava che di lì a qualche minuto la sua vita sarebbe stata a un bivio. 
Pare, come hanno riferito i pompieri e gli agenti della posltrada di Schio autori dei rilievi, che a tradire il ragazzo sia stato un classico colpo di sonno. «A un tratto mi sono trovato fuori strada e non ho capito più nulla», ha riferito il giovane mentre veniva trasferito all'ospedale di Arzignano, dov'è tuttora ricoverato. Per la cronaca le sue condizioni sono complessivamente buone.
Quando la Polo finisce contro il manufatto di cemento, per gli abitanti di via Cavour è come se fosse scoppiato un ordigno. Si precipitano fuori e vedono un falò. L'auto dopo avere colpito il ponticello è rimbalzata sulla carreggiata, senza ribaltarsi. Anche questa circostanza si è rivelata decisiva per consentire ai soccorritori di salvare il ragazzo. «È stata una scena agghiacciante - raccontava ieri mattina una signora - perché non si capiva niente e si sentiva urlare. Qualcuno diceva di far presto a chiamare i pompieri».
D. M. deve soltanto ringraziare i due carabinieri di San Giovanni Ilarione che sono sopraggiunti nello spazio di pochi secondi. La Polo aveva appena cominciato a prendere fuoco quando i militari sono arrivati. «Era intontito e non riusciva praticamente a muoversi, anche per lo choc e le ferite - ha spiegato uno dei due soccorritori - così non abbiamo perso un secondo. Le fiamme cominciavano a diventare sempre più minacciose e siamo riusciti ad estrarlo appena in tempo» .
I camion dei vigili del fuoco e l'ambulanza del Suem sono arrivati nello spazio di minuti. Sarebbe stato comunque troppo tardi per M., senza l'intervento dei due carabinieri. «Siamo stati velocissimi - hanno spiegato i pompieri - anche perché data l'ora non c'era molto traffico, tuttavia il fuoco sarebbe stato più rapido senza l'opera decisiva dei due militari». 
Alle 6 le operazioni di soccorso erano concluse. Albeggiava quando è stata trasportata via la carcassa della Polo. Sulla strada rimaneva una chiazza scura. Il simulacro di uno spavento. 
Sono l'addetto alla macchina del tempo